sabato 5 gennaio 2013

IL CONFORMISMO SUI GAY di Giancarlo Ricci


Sul CORRIERE DELLA SERA del 30 dicembre è uscito un editoriale di Ernesto Galli della Loggia dal titolo “Le religioni che sfidano il conformismo sui gay”,(http://www.kolot.it/2012/12/31/le-religioni-che-sfidano-il-conformismo-sui-gay/ e http://27esimaora.corriere.it/articolo/freud-e-i-figli-di-coppie-gay-il-dibattitotra-il-papa-arcobaleno-e-la-psicoanalista/), articolo che sta suscitando sul Corriere un dibattito  a cui hanno partecipato Silvia Vegetti Finzi, Fulvio Scaparro e altri. Lo spunto da cui parte Galli della Loggia è la pubblicazione da parte del Gran Rabbino di Francia, Gilles Bernheim, di un documento intitolato “Matrimonio omosessuale, omoparentalità e adozione” (cfr. www.grandrabbindefrance.com ). 

Tra le varie considerazioni di Galli della Loggia, che attraversano uno scenario storicamente e culturalmente ampio e documentato, ci sorprende, positivamente, la sua presa di posizione rispetto al conformismo con cui nel nostro paese vengono dibattute la questione omosessuale, la teoria del genere, il dibattito sui matrimoni gay, il diritto all’adozione, ecc.
In particolare riteniamo condivisibile e apprezzabile l’acutezza con cui Galli della Loggia afferma che “dal Gran Rabbino Gilles Bernheim viene anche un’altra lezione. E cioè quanto è importante che la discussione pubblica sia condotta con coraggio, sfidando il conformismo che spesso anima l’intellettualità convenzionale e il mondo dei media. Quanto è importante che personalità autorevoli (per esempio gli psicanalisti) non abbiano paura di far sentire la loro opinione: anche quando questa non è conforme a quello che appare il mainstream delle idee dominanti. È una lezione particolarmente essenziale per l’Italia. Dove è sempre così raro ascoltare voci fuori dal coro e provenienti da bocche insospettate, dove è sempre così forte la tentazione di aver ragione appiccicando etichette a chi dissente invece di discuterne gli argomenti, dove sono sempre pronti a scattare spietatamente i riflessi condizionati delle appartenenze”.
Mi colpisce questa chiamata in causa degli psicanalisti come coloro che in termini etici dovrebbero tenere alta la bandiera dell’intellettualità, della libertà di pensiero e avere il coraggio di far sentire la loro voce fuori dal coro. Mi colpisce anche perchè è una considerazione “inattuale”, visto come la contemporaneità, celebrando il trionfo dello scientismo e praticando le più sofisticate biopolitiche, relega la psicanalisi tra le anticaglie del Novecento. Ringrazio Galli della Loggia per aver restituito alla psicanalisi quel che gli appartiene da sempre e per il coraggio di aver aperto una prospettiva differente rispetto a tematiche subito etichettate, per partito preso. Ci sono ancora psicanalisti, anche se in grande minoranza che, come affermava Sigmund Freud,  ritengono che la psicanalisi sia principalmente un “lavoro di civiltà”.

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