mercoledì 20 marzo 2013

IL MITO DEL CAMBIAMENTO DI SESSO


A proposito di transessualismo 
è uscito il libro - testimonianza di WALT HEYER  
PAPER GENDERS. IL MITO DEL CAMBIAMENTO DI SESSO (Sugarco).                                           
 Dalla Prefazione di  Italo Carta  pubblichiamo alcuni passi

    
“L’omosessualità o meglio le omosessualità sono un grande enigma che va affrontato nelle complessità dei fattori che la determinano. Il transessualismo è forse un enigma ancora più oscuro come certe forme di travestitismo che coesistono con manifestazioni e scelte sessuali del tutto normali, nelle apparenze. 
Imboccare scorciatoie chirurgiche per sciogliere gli enigmi, oltre ad essere un’operazione di basso profilo dal punto di vista scientifico e professionale, un indice di superficialità e di ignoranza colpevole in quanto basata sulla mala fede, costituisce un attentato all’integrità dell’uomo come persona. È un attentato non solamente all’integrità fisica della persona ma alla totalità del suo essere. In un’epoca come la nostra in cui vi è la marcata tendenza ad affermarsi urlando e concionando più forte di altri, è importante che un numero sempre crescente di persone che amano le verità scientifiche riescano a far conoscere tali verità a chi le ignora, facendo buona informazione e correggendo informazioni distorte o false".
     Il vivace dibattito sul tema dell’identità sessuale, scaturito dai movimenti LGBT al fine di ottenere nuovi diritti all’“identità di genere” e all’orientamento sessuale,  rendono il libro di Walt Heyer particolarmente attuale

lunedì 18 marzo 2013

VERI MATRIMONI di Giancarlo Ricci

I veri matrimoni, quelli auspicati dalla società ipermoderna, hanno una base decisamente concreta e soprattutto un'utilitas. Questo articolo giornalistico, uscito in sordina,  lo dimostra abbondantemente.

     L'ingerenza delle corporazioni, delle industrie e delle governances  in materia di matrimoni gay, di omogenitorialità, di adozioni (e di molto altro), mostrano come i veri matrimoni sono quelli tra il business e l'ideologia gender. E cioè tra la legge del profitto e l'indifferenza in materia di sessualità e di identità sessuale. La nostra epoca che festosamente si compiace del declino del padre, sembra celebrare  cinicamente il trionfo di un "godimento smarrito", barattandolo con un concetto di libertà e di emancipazione in cui tutto è possibile.  
       Siamo stati ottimisti a chiamare gli "studi di genere", finanziati dalle università USA, un'ideologia: si tratta piuttosto di una visione imposta dalla gestione biotecnologica e biopolitica della società. Molto di più di un'ideologia dunque. E' qualcosa che punta a sovvertire l'attuale statuto antropologico della sessualità, dell'identità sessuale, della struttura della famiglia, della vicenda edipica. E ancor di più: ad abolire lo statuto di padre e di madre. E pertanto di figlio. Ma se alla civiltà (Kultur) togliete le parole padre, madre e figlio, essa svanisce, in un soffio. Che cosa resta della soggettività? Con quale storia? Con quale romanzo familiare e con quale memoria? 
       L'appello ai diritti, all'uguaglianza, all'amore, alla battaglia contro l'omofobia e la discriminazione andrebbero letti in altro modo, con altri strumenti, guardando un po' più lontano. Dato che, queste istanze vengono da ben più lontano rispetto a quanto si creda. Vengono da un'altra legge che è quella del profitto, legge che divora le altre leggi e le forgia a proprio uso e consumo.

GIANCARLO RICCI, IL PADRE DOV'ERA. LE OMOSESSUALITA' NELLA PSICANALISI, SUGARCO

martedì 12 marzo 2013

BIOTECNOLOGIE ALL'ARREMBAGGIO

Pubblichiamo alcuni estratti dell'articolo di 
Assuntina Morresi uscito su IL FOGLIO del 1 marzo 
dal titolo FIGLI IN PROVETTA DI TRE GENITORI

La teoria gender, il modo con cui viene imposta a livello internazionale nelle varie istituzioni e agenzie, il modo con cui viene sostenuta e finanziata dalle corporation e dalle multinazionali, è l'indice di qualcos'altro di cui nessuno parla. La teoria gender, con la sua agenda sul genere e con una continua compagna mediatica sulla libertà sui diritti sessuali, apre la strada agli scenari della biotecnologia. 
Staccando la differenza sessuale dagli statuti di padre, madre e figlio, prospetta una scenario in cui viene realizzato il sogno uniformante della biopolitica. Ha ragione la psicanalista Veronique Hervouet  nell'affermare che "l'omosessualismo  è il cavallo di troia del neoliberalismo" (Giancarlo Ricci).


Dall'articolo di Assuntina Morresi:
    "Il copione, insomma, è sempre lo stesso: in nome di ipotetiche terapie per patologie attualmente incurabili, si cerca di far accettare dall’opinione pubblica, e di far autorizzare giuridicamente, qualsiasi esperimento tecnicamente realizzabile sugli esseri umani, nel tentativo di ridisegnarne i tratti fondanti. 
    Il presunto fine è, in questo caso, impedire la trasmissione di alcune malattie ereditarie, dovute ad anomalie del Dna mitocondriale; il mezzo è la modifica delle linee germinali umane e la creazione di esseri umani con un Dna inesistente in natura, proveniente da tre persone. Ma il vero fine è saggiare l’onnipotenza della tecnoscienza, costi quel che costi. 
     (...) Già esistono persone, al mondo, con un patrimonio genetico modificato, fatte nascere in esperimenti che meriterebbero una stigmatizzazione innanzitutto da parte della comunità scientifica e medica, per il fatto stesso di essere stati condotti. Di queste persone sarebbe importante conoscere le sorti e lo stato di salute.
     E’ inoltre evidente più che mai l’estrema vulnerabilità di tante coppie che accedono alle tecniche di fecondazione assistita, e la difficoltà, da parte di chi ne avrebbe il dovere e/o la competenza, nel monitorare quel che sta accadendo. 
    La terza è che ancora una volta si copre, con la scusa di nuove terapie, il tentativo di ridisegnare in laboratorio esseri umani, manipolandoli nei primissimi istanti della loro esistenza, spesso senza conoscere neppure le conseguenze e i rischi di quelle manipolazioni".
L'articolo completo di Morresi: 

martedì 5 marzo 2013

L'INDIGNAZIONE NON BASTA di Giancarlo Ricci


Pubblicato sul sito di Milano Arte Expo
http://milanoartexpo.com/2013/03/04/giancarlo-ricci-lindignazione-non-basta-1-ritrovare-lago-nel-pagliaio/#more-6179
questo intervento di G.Ricci racconta attraverso 
le parole dell'attualità la punta 
di un'indignazione e di una scommessa. 

 Si entra in merito alle nuove forme 
del disagio della civiltà ipermoderna


        E’ stato il vento dell’indignazione, teso e costante, a tenere gonfie le vele dell’impresa che questo libro, Il padre dov'era, tenta di compiere. L’indignazione è una grande risorsa. Fa pensare molto. Spinge a scrutare i più sottili legami tra cose disparate. Così, quando nel mio lavoro di psicanalista è capitato che incominciassi ad ascoltare diversi pazienti con tematiche sull’omosessualità o sull’identità di genere, qualcosa non tornava. 



       Le parole di questi pazienti, così complesse, sofferenti, dense di alterità, non corrispondevano a quell’immagine gaia e spensierata, che i media, nei dibattiti e nei servizi televisivi tessono intorno all’omosessualismo. Uso questa parola, omosessualismo, per designare quella specie di brodo primordiale con cui l’omosessualità viene sbandierata oggi come la punta dei diritti umani, come  l’emblema del modernismo, come la lotta per affermare che un desiderio individuale venga riconosciuto dallo Stato come un diritto. Il tutto in nome dell’uguaglianza naturalmente. 



    Le questioni in realtà sono ben più complesse, mi sembra abbiano una densità simbolica più cogente perché radicalmente chiamano in causa lo statuto dell’umano e il suo contesto antropologico.