lunedì 28 gennaio 2013

MATRIMONI GAY E L'INCONSCIO


    Si è avviato  in Francia un acceso dibattito laico tra psicanalisti intorno ai matrimoni gay e le adozioni. Ha preso posizione Jacques Alain Miller con il suo semplice motto "No, la psicanalisi non è contro i matrimoni gay". http://www.lepoint.fr/invites-du-point/jacques-alain-miller/non-la-psychanalyse-n-est-pas-contre-le-mariage-gay-14-01-2013-1614461_1450.php   
     A questo intervento di Miller risponde quest'articolo molto critico di Daniel Pendanx (psicanalista di Bordeaux) http://www.valas.fr/Daniel-Pendanx-les-petitions-et-l-interprete,307
 Ne forniamo una traduzione per il lettore italiano.

IL MATRIMONIO GAY, LE PETIZIONI E L'INTERPRETE  
di Daniel Pendanx 

Nella confusione e agitazione del momento, se può sembrare utile circoscrivere l’ambito della psicoanalisi rispetto a «talune delle tesi che si oppongono al progetto di legge», come si legge nella dichiarazione che raggruppa alcuni milleriani   (dichiarazione-petizione data in pasto allo spirito di massa), sarebbe necessario ora che gli psicoanalisti non si facessero garanti delle “tesi” della nuova dogmatica: quella del soggetto svincolato da qualsivoglia legame fiduciario (inteso qui in senso giuridico): il soggetto esente dall’Edipo.  

Facile e comodo esser maliziosi nei confronti degli ecclesiastici; altra questione è comprendere che il pericolo principale – la più folle “credenza” nell’esistenza del rapporto sessuale – è dalla parte del nuovo familismo monogenitoriale e impegnarsi in una resistenza critica verso questa deriva, che richiede all’interprete la capacità di conquistare tutt’altra libertà e tutt’altro coraggio politico.
Nelle considerazioni della petizione di Miller la “religione” è data come bene di consumo a disposizione del soggetto: prendere o lasciare. Ecco lo spirito del «mercato delle religioni», concetto made in Usa di cui si pasce la nostra laicità di Europei.     CONTINUA.... 


venerdì 18 gennaio 2013

LE NUOVE IDENTITA' SENZA MASCHERE

Il 2007, per decisione del Parlamento Europeo, è stato l’anno europeo delle pari opportunità per tutti. Pochi in realtà hanno compreso il significato di questo evento e pochi sanno che la burocrazia di Bruxelles continua a lavorare per creare “una società più giusta”, lavoro che dovrebbe giungere in porto nel 2016 con le nuove carte d’identità personali in cui il termine sesso sarà sostituito dalla più moderna dizione IG (identità di genere). Pochi sanno che la decisione di adottare la “moderna” prospettiva di genere è stata il frutto dell’applicazione dei “Principi di Yogyakarta”, principi che intendono applicare le leggi internazionali sui diritti umani in relazione all’orientamento sessuale e all’identità di genere. (di Dina Nerozzi) - prosegue...




lunedì 14 gennaio 2013

OMOSESSUALISMO E MUTAMENTO ANTROPOLOGICO di Giancarlo Ricci


Indiscutibilmente ci affacciamo sulla soglia di un mutamento antropologico. Mettere in discussione radicalmente la differenza tra i sessi, ritenuto uno dei pilastri simbolici del funzionamento della nostra civiltà, comporta conseguentemente una serie di mutazioni di altri statuti simbolici quali la famiglia, la filiazione, l’identità sessuale, la funzione di padre e di madre, lo statuto di figlio. Mai quanto oggi lo scientismo e in particolare le biotecnologie promettono di poter varcare ogni limite umano e di poter trasformare il corpo in una macchina perfetta. L’ideologia di genere fa propria questa visione, fornendo il corrispettivo immaginario secondo cui un corpo potrebbe assumere qualsiasi identità di genere pur di realizzare il fantasma del godimento perfetto. 
A questo punto e dato questo scenario sociale che cosa rimane implicato nel sintomo dell’omosessualità? Quali fili annodano in termini antropologici e culturali la questione dell’omosessualità con i nostri tempi? 



La prima implicazione, forse la più densa, sorge da una constatazione: la diffusione dell’omosessualità procede di pari passo con il declino della funzione del padre nelle società a capitalismo avanzato. Là dove la funzione paterna viene svilita o messa al bando, si affaccia la possibilità di una sessualità senza legge simbolica e senza limiti. Come si coniugano allora nei vari contesti sociali, soggettivi e nella relazione con l’altro, le logiche dell’identificazione e della formazione dell’identità di genere? E’ il regno in cui, in materia di identità di genere, tutto è possibile, come indica la sigla acronima LGBT che contiene le varie combinatorie: lesbica, gay, bisessuale, transessuale

sabato 5 gennaio 2013

IL CONFORMISMO SUI GAY di Giancarlo Ricci


Sul CORRIERE DELLA SERA del 30 dicembre è uscito un editoriale di Ernesto Galli della Loggia dal titolo “Le religioni che sfidano il conformismo sui gay”,(http://www.kolot.it/2012/12/31/le-religioni-che-sfidano-il-conformismo-sui-gay/ e http://27esimaora.corriere.it/articolo/freud-e-i-figli-di-coppie-gay-il-dibattitotra-il-papa-arcobaleno-e-la-psicoanalista/), articolo che sta suscitando sul Corriere un dibattito  a cui hanno partecipato Silvia Vegetti Finzi, Fulvio Scaparro e altri. Lo spunto da cui parte Galli della Loggia è la pubblicazione da parte del Gran Rabbino di Francia, Gilles Bernheim, di un documento intitolato “Matrimonio omosessuale, omoparentalità e adozione” (cfr. www.grandrabbindefrance.com ). 

Tra le varie considerazioni di Galli della Loggia, che attraversano uno scenario storicamente e culturalmente ampio e documentato, ci sorprende, positivamente, la sua presa di posizione rispetto al conformismo con cui nel nostro paese vengono dibattute la questione omosessuale, la teoria del genere, il dibattito sui matrimoni gay, il diritto all’adozione, ecc.
In particolare riteniamo condivisibile e apprezzabile l’acutezza con cui Galli della Loggia afferma che “dal Gran Rabbino Gilles Bernheim viene anche un’altra lezione. E cioè quanto è importante che la discussione pubblica sia condotta con coraggio, sfidando il conformismo che spesso anima l’intellettualità convenzionale e il mondo dei media. Quanto è importante che personalità autorevoli (per esempio gli psicanalisti) non abbiano paura di far sentire la loro opinione: anche quando questa non è conforme a quello che appare il mainstream delle idee dominanti. È una lezione particolarmente essenziale per l’Italia. Dove è sempre così raro ascoltare voci fuori dal coro e provenienti da bocche insospettate, dove è sempre così forte la tentazione di aver ragione appiccicando etichette a chi dissente invece di discuterne gli argomenti, dove sono sempre pronti a scattare spietatamente i riflessi condizionati delle appartenenze”.
Mi colpisce questa chiamata in causa degli psicanalisti come coloro che in termini etici dovrebbero tenere alta la bandiera dell’intellettualità, della libertà di pensiero e avere il coraggio di far sentire la loro voce fuori dal coro. Mi colpisce anche perchè è una considerazione “inattuale”, visto come la contemporaneità, celebrando il trionfo dello scientismo e praticando le più sofisticate biopolitiche, relega la psicanalisi tra le anticaglie del Novecento. Ringrazio Galli della Loggia per aver restituito alla psicanalisi quel che gli appartiene da sempre e per il coraggio di aver aperto una prospettiva differente rispetto a tematiche subito etichettate, per partito preso. Ci sono ancora psicanalisti, anche se in grande minoranza che, come affermava Sigmund Freud,  ritengono che la psicanalisi sia principalmente un “lavoro di civiltà”.

mercoledì 2 gennaio 2013

IL PADRE DOV'ERA di Giancarlo Ricci


  Nell’attuale dibattito sull’omosessualità maschile e sull’identità di genere questo libro propone, in modo critico, punti di vista nuovi esposti in modo agevole in una quarantina di voci. Ne risulta una sorta di mappa delle problematiche più significative e scottanti: dagli scenari sociali dell’ideologia di genere alla genesi dell’identità sessuale, dall’ipotesi biologica sull’origine dell’omosessualità alla vicenda della sua derubricazione dal DSM.
Con gli strumenti della psicanalisi l’autore si inoltra sul terreno clinico esplorando i motivi psichici e familiari che portano all’orientamento omosessuale. I temi affrontati sono ampi: l’assenza del padre e il predominio della madre, il nodo dell’adolescenza, ma anche il vissuto traumatico, l’abuso, la diffusione della pornografia. Affrontando il dibattuto tema della domanda di cura l’autore si sofferma sulle diverse forme di omosessualità che differiscono anche per il manifestarsi o meno di un disagio soggettivo.



La nostra epoca, che festosamente si compiace del declino del padre, sembra celebrare il trionfo di un “godimento smarrito”, barattandolo con un concetto di libertà e di emancipazione in cui tutto è permesso.