venerdì 7 giugno 2013

IL SOGGETTO DELL'INCONSCIO E LA TEORIA DEL GENERE di Christian Dubuis-Santini


Pubblichiamo la traduzione di alcuni passi dell'articolo
"1984" di Orwell è oggi
dello psicanalista francese Christian Dubuis-Santini in cui accenna alla radicale differenza tra la concezione del soggetto secondo  Jacques Lacan e secondo l'ideologia di genere.
Per l'articolo completo vai a:

I sostenitori della Teoria del Genere non vogliono saperne nulla del soggetto della psicanalisi, soggetto che è definitivamente irriducibile alle storie che egli può raccontare a se stesso o sul mondo, ossia è un soggetto “vuoto” e in quanto tale costituisce l’angosciante promessa della nostra possibile libertà [...].
L’uomo, l’individuo, la persona, il soggetto sono parole che definiscono un certo orizzonte di senso o di non senso. Nella tradizione filosofica prima di Jacques Lacan, ciò che era chiamato soggetto - l’ermeneutica del soggetto di Michel Foucault per esempio - non era pensato in quanto sessualizzato, ovvero la sessuazione era considerata come qualcosa che accade a livello empirico, contingente. Prima di Jacques Lacan il soggetto veniva ipotizzato a prescindere dalla sessuazione.
   Nella teoria psicanalitica è esattamente l’inverso: la sessuazione viene posta come condizione formale a priori della costituzione di un soggetto; ragione per cui (tra l’altro) il soggetto dell’inconscio, il soggetto nella psicanalisi, risulta un soggetto diviso, scisso, barrato, inconsistente. La differenza sessuale tematizzata da Jacques Lacan, con la sua ineluttabile sessuazione implicata nei “parlesseri”, non può dunque mai coincidere con la problematica decostruzionista della “costituzione sociale del genere” così come viene ipotizzata dalla Teoria del Genere; in effetti un abisso separa i due approcci, quello psicanalitico e quello del genere.

 Quando Jacques Lacan afferma che la differenza sessuale si svolge nel registro del “reale”, non dice che se voi non occupate il posto che vi viene attribuito dall’ordine eterosessuale, in quanto uomo o in quanto donna, siete esclusi dall’ambito simbolico. Egli dice semplicemente che non c’è norma sessuale. Del resto affermare che la differenza sessuale appartiene all’ordine del “reale” significa affermare che essa ha lo statuto dell’impossibile: impossibile a dire, a formularsi, a esprimere in elementi della catena significante, impossibile da articolarsi mediante parole.

domenica 2 giugno 2013

OMOSESSUALI SI NASCE ? di Giancarlo Ricci


Si nasce omosessuali? Questa facile battuta (senza il punto di domanda) fa appello alla semplificazione demagogica. Professa l’innatismo: si nasce così e basta. E’ la natura a decidere. Dunque non c’è nulla da fare, se non, come spesso raccontano alcuni pazienti, di “accettarsi così”. Ma molto, quasi tutto, dipende da come si intende la parola nascita: venire al mondo, cominciare ad esistere, provenire, derivare, sorgere.

Agli antipodi di un’accezione biologistica, il verbo nascere, su cui qui ci soffermiamo,  contiene in sé il concetto di trasformazione, di movimento, di passaggio. Dall’atto alla potenza per dirla con Aristotele. Nascere indica e implica un incominciamento. Eppure oggi, molto spesso, quando qualcuno afferma che “si nasce omosessuali”, fa riferimento direttamente a un’accezione biologica e genetica.  Il rischio è di credere in un assolutismo che fa piazza pulita di ogni parvenza di soggettività facendola sparire, annullandola.
Che cosa implica questa visione biologistica e come viene utilizzata? Quasi sempre, nel discorso ideologico, la certezza biologica e genetica,  diventa il garante assoluto e indiscutibile che giustifica l’omosessualità. In definitiva sposta l’omosessualità in un territorio apparentemente neutro e inaccessibile che è la natura, la natura nell’accezione biologica, genetica, cromosonica. E’ il regno incontrastato dell’assoluto.   

Il riferimento ultimo al dato biologico rischia sempre più di essere utilizzato oggi in modo strumentale, in diversi ambiti e non solo nel caso  dell’omosessualità. Il nostro modo di procedere, che non nega un’eventuale predisposizione all’omosessualità, propone un’altra accezione di nascita che è agli antipodi della visione biologica. 
Ci inoltriamo velocemente in un'articolazione differente che tiene conto dell’istanza dell'inconscio e dei processi identificativi in gioco nel soggetto. Quando la psicanalisi esplora ciò che risulta implicato nella nascita di un individuo, tiene conto di diversi elementi. Per esempio studi recenti si soffermano sullo scenario inconscio della coppia, in particolare su quello della futura madre,  ovvero le sue fantasmatiche, il funzionamento del suo desiderio inconscio di diventare madre, il rapporto con la propria madre.