Si nasce omosessuali? Questa facile battuta (senza il punto di domanda) fa appello alla semplificazione demagogica. Professa l’innatismo: si nasce così e basta. E’ la natura a decidere. Dunque non c’è nulla da fare, se non, come spesso raccontano alcuni pazienti, di “accettarsi così”. Ma molto, quasi tutto, dipende da come si intende la parola nascita: venire al mondo, cominciare ad esistere, provenire, derivare, sorgere.
Agli antipodi di un’accezione biologistica, il verbo nascere, su cui qui ci soffermiamo, contiene in sé il concetto di trasformazione, di movimento, di passaggio. Dall’atto alla potenza per dirla con Aristotele. Nascere indica e implica un incominciamento. Eppure oggi, molto spesso, quando qualcuno afferma che “si nasce omosessuali”, fa riferimento direttamente a un’accezione biologica e genetica. Il rischio è di credere in un assolutismo che fa piazza pulita di ogni parvenza di soggettività facendola sparire, annullandola.
Che cosa implica questa visione biologistica e come viene utilizzata? Quasi sempre, nel discorso ideologico, la certezza biologica e genetica, diventa il garante assoluto e indiscutibile che giustifica l’omosessualità. In definitiva sposta l’omosessualità in un territorio apparentemente neutro e inaccessibile che è la natura, la natura nell’accezione biologica, genetica, cromosonica. E’ il regno incontrastato dell’assoluto.
Il riferimento ultimo al dato biologico rischia sempre più di essere utilizzato oggi in modo strumentale, in diversi ambiti e non solo nel caso dell’omosessualità. Il nostro modo di procedere, che non nega un’eventuale predisposizione all’omosessualità, propone un’altra accezione di nascita che è agli antipodi della visione biologica.
Ci inoltriamo velocemente in un'articolazione differente che tiene conto dell’istanza dell'inconscio e dei processi identificativi in gioco nel soggetto. Quando la psicanalisi esplora ciò che risulta implicato nella nascita di un individuo, tiene conto di diversi elementi. Per esempio studi recenti si soffermano sullo scenario inconscio della coppia, in particolare su quello della futura madre, ovvero le sue fantasmatiche, il funzionamento del suo desiderio inconscio di diventare madre, il rapporto con la propria madre.
Partiamo da una donna e da un uomo.
Una donna diventerà madre. In ogni concepimento così come in ogni gestazione, per una donna, è in gioco una complessa fantasmatica relativa al desiderio di maternità: come la assume e la desidera, ma anche come la teme, o come la pretende ad ogni costo o la nega. Sono mille le sfumature di questa modulazione complessa e opaca che si situa lungo la frontiera tra lo psichico e il somatico. “E’ attraverso la madre che la preistoria o pre-iscrizione diventerà iscrizione per il bambino”.
Un uomo diventerà padre. Lo scenario implicato nel caso del padre è differente: è in questione la vicenda del nome, della trasmissione, della discendenza, del patrimonio, del riscatto, del dare proseguimento a una famiglia e alla sua storia. Può essere un omaggio ai padri, un debito da assolvere che viene assegnato al figlio con l’auspicio che questi lo assuma. Tutto il tema della ribellione giovanile, si riferisce a questo tema tra la libertà e il debito. Il figlio nascerà dall’incontro tra due discorsi, due desideri, due sessi, due corpi, due lingue e soprattutto due inconsci. Nascerà nella differenza e dalla differenza. “E’ importante che il bambino percepisca e sperimenti se stesso come un individuo nato da due corpi diversi”, osserva lo psicanalista Didier Dumas.
GIANCARLO RICCI, IL PADRE DOV'ERA: LE OMOSESSUALITA' NELLA PSICANALISI (SUGARCO)
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