I veri matrimoni, quelli auspicati dalla società ipermoderna, hanno una base decisamente concreta e soprattutto un'utilitas. Questo articolo giornalistico, uscito in sordina, lo dimostra abbondantemente.
L'ingerenza delle corporazioni, delle industrie e delle governances in materia di matrimoni gay, di omogenitorialità, di adozioni (e di molto altro), mostrano come i veri matrimoni sono quelli tra il business e l'ideologia gender. E cioè tra la legge del profitto e l'indifferenza in materia di sessualità e di identità sessuale. La nostra epoca che festosamente si compiace del declino del padre, sembra celebrare cinicamente il trionfo di un "godimento smarrito", barattandolo con un concetto di libertà e di emancipazione in cui tutto è possibile.
Siamo stati ottimisti a chiamare gli "studi di genere", finanziati dalle università USA, un'ideologia: si tratta piuttosto di una visione imposta dalla gestione biotecnologica e biopolitica della società. Molto di più di un'ideologia dunque. E' qualcosa che punta a sovvertire l'attuale statuto antropologico della sessualità, dell'identità sessuale, della struttura della famiglia, della vicenda edipica. E ancor di più: ad abolire lo statuto di padre e di madre. E pertanto di figlio. Ma se alla civiltà (Kultur) togliete le parole padre, madre e figlio, essa svanisce, in un soffio. Che cosa resta della soggettività? Con quale storia? Con quale romanzo familiare e con quale memoria?
L'appello ai diritti, all'uguaglianza, all'amore, alla battaglia contro l'omofobia e la discriminazione andrebbero letti in altro modo, con altri strumenti, guardando un po' più lontano. Dato che, queste istanze vengono da ben più lontano rispetto a quanto si creda. Vengono da un'altra legge che è quella del profitto, legge che divora le altre leggi e le forgia a proprio uso e consumo.
GIANCARLO RICCI, IL PADRE DOV'ERA. LE OMOSESSUALITA' NELLA PSICANALISI, SUGARCO
Siamo stati ottimisti a chiamare gli "studi di genere", finanziati dalle università USA, un'ideologia: si tratta piuttosto di una visione imposta dalla gestione biotecnologica e biopolitica della società. Molto di più di un'ideologia dunque. E' qualcosa che punta a sovvertire l'attuale statuto antropologico della sessualità, dell'identità sessuale, della struttura della famiglia, della vicenda edipica. E ancor di più: ad abolire lo statuto di padre e di madre. E pertanto di figlio. Ma se alla civiltà (Kultur) togliete le parole padre, madre e figlio, essa svanisce, in un soffio. Che cosa resta della soggettività? Con quale storia? Con quale romanzo familiare e con quale memoria?
L'appello ai diritti, all'uguaglianza, all'amore, alla battaglia contro l'omofobia e la discriminazione andrebbero letti in altro modo, con altri strumenti, guardando un po' più lontano. Dato che, queste istanze vengono da ben più lontano rispetto a quanto si creda. Vengono da un'altra legge che è quella del profitto, legge che divora le altre leggi e le forgia a proprio uso e consumo.
GIANCARLO RICCI, IL PADRE DOV'ERA. LE OMOSESSUALITA' NELLA PSICANALISI, SUGARCO
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