sabato 18 novembre 2017

LA RIVOLUZIONE GENDER GLOBALE IN NOME DELLA LIBERTA? Il libro di Gabriele Kuby

Del nuovo libro della saggista e sociologa tedesca 
GABRIELE KUBY, La rivoluzione sessuale globale. 
Distruzione della libertà nel nome della libertà (Sagarco), 
presentiamo il primo paragrafo.
Il volume, tradotto da Roberta Romanello in collaborazione 
con Rina Ceppi-Bettosini, con l'Introduzione 
del Card. Carlo Cafarra,  prefazione di Robert Spaemann e Postfazione di Toni Brandi, è stato tradotto in nove lingue. 

Gabriele Kuby, sociologa, saggista e giornalista tedesca, è relatrice internazionale (Europa, USA, Taiwan, Hong Kong, Australia, Nuova Zelanda) sul tema della rivoluzione sessuale globale. Dopo la sua conversione al cattolicesimo, nel 1997, ha pubblicato undici saggi diffusi 
e tradotti in tutto il mondo, tra cui ricordiamo 
Gender Revolution - Il relativismo in azione (2006). 


DISTRUZIONE DELLA LIBERTÀ
NEL NOME DELLA LIBERTÀ
"L’eccessiva libertà non sembra mutarsi in altro che nell’eccessiva schiavitù, tanto per il singolo quanto per la città. È quindi naturale che la tirannide si formi solo dalla democrazia, ossia che dall’estrema libertà si sviluppi la schiavitù più grave e più feroce". PLATONE (La Repubblica)
La deregolamentazione della sessualità 
Ci troviamo nel bel mezzo di un processo sconcertante: norme fondamentali del comportamento umano, che fino a qualche decennio fa avevano una valenza generale, sono state sospese e ciò che una volta era un bene viene oggi considerato un male. Queste norme riguardano la procreazione umana e l’istituzione universale atta al suo compimento: la famiglia.
Nel 1948 le nazioni sconvolte dalla Seconda Guerra Mondiale formularono la Dichiarazione universale dei Diritti dell’uomo, che all’articolo 16 afferma: « La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato ». La famiglia nasce dal matrimonio di un uomo e una donna che si impegnano a condividere la propria vita e che sono pronti a crescere ed educare i propri figli. La famiglia esige la monogamia, cioè la fedeltà sessuale tra gli sposi: se la monogamia viene abbandonata come orientamento morale, la famiglia si sfascia. Valori di riferimento, costumi e leggi ancorano questa elevata norma morale alla vita della gente. 
Negli ultimi quarant’anni questi valori, costumi e leggi sono stati smontati. Nelle culture del benessere occidentali il processo iniziò con la rivoluzione studentesca. oggi è il progetto di rivoluzione culturale messo in atto dalle élites di potere: dall’inizio degli anni Settanta una potente lobby – con l’aiuto delle Nazioni unite (ONU), dell’unione Europea (EU) e dei media – si batte per un capovolgimento del sistema valoriale. Il fine è la libertà assoluta, sciolta da qualsiasi limite naturale e morale, dove l’essere umano è inteso come individuo «nudo ». Per una simile libertà assoluta, che si vuole emancipare persino dalla « dittatura della natura », ogni vincolo naturale è un ostacolo da rimuovere; per una libertà così intesa non esiste né bene né male e non esiste normatività. Le armi concrete di questa battaglia sono la decostruzione della bipolarità sessuale, il sovvertimento delle norme sociali e della mentalità della popolazione, in particolare dei giovani, nonché la totale equiparazione legale delle relazioni omosessuali al matrimonio, fino ad arrivare all’ostracismo sociale e alla criminalizzazione giuridica di chi si oppone a questo processo. 


Il processo sorprende perché questo « uomo nuovo », e la conseguente dissoluzione di ogni sistema normativo, hanno assunto carattere di priorità operativa per le Nazioni unite, per l’unione Europea e per altri Stati indipendenti, sebbene questa strategia di rivoluzione culturale non contribuisca in alcun modo a risolvere i grandi problemi che affliggono il nostro tempo. Al contrario! L’epocale svolta demografica scardinerà la struttura sociale dell’Europa: negli ultimi quarant’anni, nella maggior parte dei Paesi europei, i tassi di natalità sono scesi molto al di sotto del livello di ricambio generazionale. Nella misura in cui questi Paesi cercano di colmare il deficit con l’immigrazione, essi compromettono la loro stessa cultura. Una politica orientata al bene comune dovrebbe dare priorità alle politiche sociali volte al rafforzamento della famiglia, invece che promuovere – mettendosi al servizio di piccole minoranze – la deregolamentazione delle norme sessuali, depredando la famiglia dei suoi valori fondanti. 
Questo processo sorprende anche perché distrugge le premesse che hanno dato origine all’alta cultura europea, un modello di successo per il mondo intero. Fino a qualche decennio fa questa cultura aveva un fondamento cristiano: il cristianesimo fornì le basi morali che furono tramandate di generazione in generazione. L’essenza di questa cultura è costituita dalle scelte operate dai nostri antenati per il bene e il vero, decisioni che in ogni tempo hanno richiesto abnegazione e sacrificio da parte del singolo. Violenti e prepotenti dominatori, guerre, chierici corrotti e persino i tremendi sistemi di terrore ateo del ventesimo secolo non sono riusciti a sradicare la cultura cristiana. Furono le famiglie che – con fatica – non solo resero possibile la sopravvivenza, ma tramandarono questa cultura nelle condizioni più avverse. Dopo ogni catastrofe il germoglio della cristianità tornava a rifiorire, fino ad arrivare all’unificazione dell’Europa, basata sui nobili valori dei suoi fondatori cristiani. 
Ciò che accade oggi va più in profondità. Non si tratta della ditta- tura del proletariato o della dittatura di una razza superiore; i regimi di terrore erano riconoscibili come oppressori e potevano essere abbattuti in dodici o settant’anni, a seconda dei casi. oggi l’assalto è indirizzato alla più intima struttura morale dell’uomo, quella che rende l’uomo capace di libertà. La scure è posta alla radice. 
La premessa dalla quale parte questo libro è che il dono meraviglioso della sessualità debba essere coltivato per rendere gli uomini capaci di vivere con successo le relazioni e la vita stessa. 
Al contrario, la volgare esternazione di qualsivoglia desiderio distrugge la persona e la cultura. un uomo sessualizzato sin dall’infanzia impara « che è bene vivere in modo spontaneo tutti i desideri ed è male porre dei limiti agli stessi ». Egli sfrutta il proprio corpo e quello degli altri per soddisfare i propri impulsi sessuali e non per esprimere amore. Questo impulso è potente, poiché è preposto alla continuazione della specie umana; chi non impara a coltivarlo affinché diventi espressione d’amore, aperto alla vita, ne viene dominato, perde la propria libertà e non sente più la voce della propria coscienza. La persona perde la capacità di amare, di legarsi e perde il desiderio di trasmettere a sua volta il dono della vita. Diventa incapace di impegnarsi culturalmente, si ammala psichicamente e fisicamente, perde il desiderio e la capacità di conservare la propria cultura creando così i presupposti per il sopravvento di un’altra cultura più vitale. 
Il concetto cristiano che l’uomo è creato a immagine e somiglianza di Dio fu il fondamento dell’inalienabile dignità di ogni persona e gettò le basi per l’idea di Stato e di società costituiti sul principio di libertà. Lo straordinario progresso scientifico e tecnologico deve all’alta cultura plasmata dal cristianesimo il suo vincolo nei confronti della ragione e della verità, che favorì la ricerca scientifica oggettiva e libera da preconcetti. 
Ma il riconoscimento di Dio creatore, l’inalienabilità della dignità umana, la validità universale dei valori morali e la ricerca della verità, libera da ogni ideologia, sono oggi sotto assedio. 
Le conseguenze sono drammatiche: molti uomini non vogliono più trasmettere la vita che loro stessi hanno ricevuto; le famiglie sono disgregate, il livello di prestazione delle giovani generazioni è in calo, il venti per cento dei quindicenni è incapace di comprendere ciò che legge, sempre più bambini e giovani soffrono di disordini psicologici; il diritto alla vita dei bambini concepiti, dei disabili e degli anzia- ni non viene più protetto; la libertà religiosa, la libertà scientifica, la libertà di espressione e la libertà di ricerca sono compromesse. 
Tutto questo accade nel nome di un’ideologia che nega il fatto che l’essere umano esiste come uomo e come donna, che questa polarità plasma la sua identità e che è la condizione per la riproduzione della razza umana (le anomalie psichiche e fisiche non cambiano questo dato di fatto). Mai prima d’ora era stata diffusa un’ideologia che vuole distruggere l’identità sessuata dell’uomo e della donna e ogni norma etica relativa al comportamento sessuale. L’ideologia in questione si chiama gender mainstreaming
Esistono molteplici altri fattori alla base del drammatico cambia- mento in atto: ecologici, economici, tecnico-scientifici, ma nessuno di questi fattori mira strategicamente alla radice del genere umano, alla sua identità come uomo e donna, consegnando il singolo in balia degli insaziabili impulsi sessuali svincolati da qualsiasi norma etica. 
La creazione di sistemi ideologici che provocarono immani distruzioni e che costarono la vita a milioni di persone era stata, fino ad oggi, una prerogativa maschile. L’ideologia gender è stata ideata e viene promossa dalle femministe radicali, con conseguenze future inimmaginabili. Molte culture si sono sgretolate per degenerazione morale; ma che la degenerazione morale venga imposta con mezzi politici e culturali, questa è una novità.